Chiudi gli occhi. Respira. Sogna.

L’ opera di Miriam Modena è un video che rappresenta la summa di una serie di riflessioni sul sogno  una finzione che riesce ad essere al contempo anche  realtà; un parallelismo tra libertà del sogno dove viene (inconsciamente) applicata la censura.

«Tra realtà e finzione c’è un abisso, e quando si guarda un film l’esperienza è molto più vicina a un sogno che a qualsiasi altra cosa. In questo sogno ad occhi aperti, se vogliamo chiamarlo così, si possono esplorare idee e situazioni che non si riuscirebbero a vivere nella realtà».

 

L’ artista rappresenta visivamente la realtà quotidiana e realtà onirica offrendo l’esperienza nel “sogno di guardare” di ciascun spettatore, una contrapposizione che diventa punto focale del video: nel sogno si è liberi (o forse no!) a differenza della vita reale  dove cultura, convenzioni, società impongono dei limiti.

Il termine censura, dal latino. censūra(m), indica il controllo esercitato dall’autorità pubblica su mezzi d’informazione, testi scritti, spettacoli al fine di accertare che non contengano elementi ritenuti pericolosi per l’ordine costituito, offensivi per la religione o contrari alla morale.

In psicanalisi è la funzione psichica che tende a impedire ai desideri inconsci di affiorare alla coscienza, il sogno è la realizzazione (mascherata) di un desiderio (represso, rimosso), la sua essenza è l’insorgere proibito di desideri nostalgici subito repressi che nascono sotto false sembianze e sotto falso nome.

Secondo Platone i sogni equivalgono ai nostri pensieri nutriti dall’universo emotivo. In questo modo formano un intreccio di ragione e sentimenti che non proviamo durante la veglia: in questo modo egli differenzia il mondo reale e quello onirico. Afferma che i sogni producono inganno con la loro essenza e possono travolgere la ragione. “Nulla vieta di credere che i discorsi che ora facciamo siano tenuti in sogno; e quando in sogno crediamo di raccontare un sogno, la somiglianza delle sensazioni nel sonno e nella veglia è addirittura meravigliosa” (Teet, 158 c).

Per Freud i sogni sono manifestazioni dell’inconscio che passano attraverso una censura rappresentata dallo schema morale esistente in ognuno di noi, uno schema che reprime tutto ciò che gli sembra inadeguato, indecente o semplicemente terrorizzante; una sorta di meccanismo di difesa contro il desiderio che fa sì che questi istinti basilari si manifestino in modo “camuffato”.

La deformazione onirica diventa davvero un atto di censura: “Lo studio del lavoro onirico è un esempio eccellente che ci fa comprendere come del materiale inconscio dell’Es, originario e rimosso, si imponga all’Io, diventi preconscio e subisca, a causa dell’opposizione dell’Io, quelle modifiche che ci sono note come “deformazione onirica” (Freud S., 1938:593).

 

La deformazione è un effetto (un” ufficio”) dell’azione critica e limitatrice della censura, esercitata sull’impulso di desiderio inconscio e sui suoi derivati. “Nello stato di sonno… si verifica… il cedimento della censura; il materiale sino allora rimosso riuscirà perciò ad aprirsi la via verso la coscienza. Dato però che la censura non è mai eliminata, ma semplicemente diminuita, esso dovrà sopportare dei mutamenti che ne attenuino la sconvenienza” (Freud S., 1900:40-41). In tale senso la deformazione onirica si rende necessaria perché una funzione della censura è “evitare lo sviluppo d’angoscia o di altre forme di affetti penosi” (Freud S., 1899:248). Di fatto, là dove il desiderio rimosso non dispone di sufficiente copertura, il sogno risulta regolarmente accompagnato da angoscia, e il sonno è interrotto. “L’angoscia in questo caso è il sostituto della deformazione onirica” (Freud S., 1900 :39).

 

Ilaria Giacobbi

Ho pensato alla proiezione del video come un’installazione necessaria per coinvolgere sensorialmente ed emotivamente lo spettatore. Per averne una fruizione totale lo spettatore dovrà lasciar scorrere lo spazio dell’installazione all’interno di sé. Obiettivo del lavoro è lasciar fluire lo spazio dentro ciascuno, lasciar fluttuare la propria essenza entro lo spazio, liberarsi da pensieri e affanni per fluttuare liberi e sognare. «Come in un sogno, il film esige la sospensione del giudizio morale» È questo il mio video e, riprendendo il sogno espositivo di Eccher in Dreams, sarai un tutt’uno con l’ambiente circostante. L’installazione è composta da 4 parti.

 

IDEA: Un video che rappresenti l’irruenza e la cruda semplicità di un’emozione in un sogno ed il contrasto con la realtà in cui le emozioni saranno smussate.

Un video che mostri che non tutto è come appare, che noi siamo molto di più.

Inizierà con un sorriso tirato per poi proseguire con immagini evocative di una libertà profonda, libertà che porta a fare azioni fuori dal comune. Bruscamente irrompe la realtà:  apro gli occhi e mi preparo un caffè, il tutto in b/n per segnare il ritorno alla vita di sempre coi preconcetti che il mondo offre.

 

CONCEPT: Il concetto alla base di questo video vuole andare oltre il sogno, vuole essere la delicatezza del sogno come mondo ancora inesplorato.

Ho riflettuto sul fatto che l’unico momento in cui posso non aver paura ed essere libera, veramente libera, in uno spazio e in un luogo a mia scelta è durante un sogno.

L’unico momento in cui posso essere allegra, malinconica, triste, arrabbiata, spensierata, forte.

Nel profondo io mi sento di poter dare qualcosa di più all’universo ma ho paura, non so di cosa ma ho paura. Non voglio dare una soluzione a tutto, ognuno ragiona a modo proprio, è anche, o meglio, propio questo il bello.

Voglio indurre lo spettatore a riflettere su qualcosa che fa parte della sua vita, come mangiare o bere, ma che rimane relegato all’incoscienza del sonno: sognare come estensione del sonno, o ci può essere qualcosa di più profondo?

Voglio far immergere lo spettatore subito in un sogno, nella sua potenza, nella libertà senza freni di essere come vorresti essere, per farlo poi acquietare nel risveglio, nel mondo di sempre, sperando di essere felice.

Ma non basta, il video non è chiuso in se stesso, diventa un’istallazione, e così lo spettatore  mentre sogna e si risveglia intuisce che la sua vita continua a scorrere in un unicum chè è il cielo sopra la sua testa, una proiezione che vuole ricordare all’Uomo di non smettere mai di guardare il cielo.

Miriam Modena

 

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