Francesco Murgia prende parte al progetto artistico 2(be)Art Xmas Edition – Virtual Art Exhibition

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ arte é quel mondo altro dove si trova rifugio da quello “reale”, dove tutto é relativo ma anche più concreto, dove è possibile esprimersi attraverso un linguaggio proprio, scevro di ogni schematismo e di regole imposte.

Il linguaggio dell’ arte é comprensibile a pochi, gli eletti che vi si accostano con animo puro.

 

I colori dell’ anima

Francesco Murgia, un uomo, un Artista, una vita che si manifesta attraverso l’ arte, attraverso i colori e il segno impresso sulla carta simile a quello di un bambino innocente, che osserva il mondo con disincanto trasognante.
Le opere imponenti nelle dimensioni, realizzate con pennarelli e colori pastello su carta, sono parte di una collezione che si compone di novanta opere superstiti (molte quelle andate perdute) , raccolte e conservate come un diario da sfogliare, pregno di un vissuto emozionale.

 

L’ interesse per la scienza, la fisica, la matematica e l’ economia, lo studio dell’ arte in ogni sua forma ed espressione, la passione per la filosofia trovano traduzione figurativa, sulla carta, attraverso un segno che rimanda all’ espressività infantile, con un linguaggio che mescola figurativo ed astratto, descrittivo e simbolico.
Francesco Murgia utilizza il disegno per reinventare una realtà, alla quale continuamente allude: forme, colori, simboli matematici e stralci di poesie, “annotati” sulla carta come a volerne dare eterna memoria, ritmicamente impaginati, restituiscono l’ atmosfera e la realtà indagata con fanciullesco stupore.

È attraverso i colori (dell’ anima), utilizzati con una funzione costruttiva delle forme e degli spazi, che l’ artista compie una trasfigurazione lirica della realtà.
Non solo i colori ma anche il segno grafico astratto, comparato a quello di un bambino in una “dimensione onirica fanciullesca”, il tema centrale della sua produzione.

Le opere imponenti nelle dimensioni, realizzate con pennarelli e colori pastello su carta, sono parte di una collezione che si compone di novanta opere superstiti (molte quelle andate perdute) , raccolte e conservate come un diario da sfogliare, pregno di un vissuto emozionale.


Lavori pittorici il cui segno, astratto, impresso su tela sembra essere quello di un bambino che osserva il mondo con disincanto attivando un processo di fruizione, che consente di indagare la compente psico-emotiva di una creazione (si mettono a confronto due scritture “automatiche” che appartengono a due universi emozionali diversi, o forse no!)
Grovigli di colori e segni impressi sulla carta, quasi come fossero frutto di una scrittura automatica. Quella dell’ artista.
La fase creativa risulta essere quindi una componente fondamentale nel risultato d’ insieme poiché, venendo meno le tradizionali convenzioni pittoriche, ci si inoltra in un immaginario creativo dove l’ astrattismo traduce le pulsioni profonde e nascoste dell’ inconscio.

TESTO CRITICO A CURA DI ILARIA GIACOBBI

Francesco Murgia vive e approfondisce il suo percorso in Sardegna dove,  dopo il liceo artistico, ha continuato a coltivare la sua passione totalizzante.

Prende parte a numerose esposizioni  in Italia e in Europa dove ottieni numerosi riconoscimenti. Dal 2016 espone in permanente a Roma presso Bauhaus Home Gallery col collettivo 2(be)Art con il quale partecipa alla I Edizione della Mostra D’ Arte Contemporanea Regione Sardegna e alla II Edizione del Premio Contemporary Rome Art dove vince il premio miglior Opere Astratte, con la curatela di Ilaria Giacobbi.

 

 

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