Le donne di Bernadette Paddeu
Bernadette Paddeu espone all’ interno della collettiva “2(be)ART HOMEGALLERY (virtual) EXHIBITION” e prende parte al progetto POP “2(be)MODArt” firmando, con le sue opere, la nuova linea LIMITED ED.
L’ artista propone all’ interno di 2(be)ART HOMEGALLERY (virtual) EXHIBITION opere, concettuali e materiche, in cui la donna diventa il soggetto di più ampie e profonde analisi sociali e antropologiche e le espone non solo come opera pittorica ma anche su magliette che diventano anch’ esse spazio espositivo.
Donne ascoltate, osservate, scomposte e (ri)assemblate.
Le costanti dell’ evoluzione e del movimento (interiore ed esteriore) si palesano attraverso l’ uso, da parte dell’ artista, del materiale altro che si combina al segno/disegno al fine di dare volume e bidimensionalitá alla creazione d’ insieme; il colore steso energico e vigoroso diventa componente emozionale, consistente.
Lo spessore, il volume, abbinati all’ uso delle cromie, abbattono la bidimensionalitá delle opere quasi a conferir loro vita autonoma.
Bernadette Paddeu astrattizza le forme ma concettualizza: non l’ apparenza ma è l’ essenza.
Le persone si trasformano, le donne… idem.
– “Viviamo in un mondo in cui ci impongono di essere e vivere in una determinata maniera che non sfori il decoro, lasciandoci veramente poco spazio alla nostra vera essenza , tirar fuori il nostro vero io , quello che ci fa esprimere, sia con le parole che con il corpo , senza freni e senza tabù oppure la mancanza di autonomia di movimento per un legame, un vincolo, un impegno con qualcuno o qualcosa, dovendone subire l’influenza e condividere i progetti, la sorte o altro, ti porta ad avere una doppia vita”.
E allora ecco che giunge LA trasformazione: una frammentazione interiore dell’ io che si mostra, messo a nudo, inerme e fiero.
Sul piano pittorico/artistico la sintesi di una profonda riflessione, interiorizzata dall’ artista, si palesa in una creazione che porta nel suo DNA quello già preannunciato nel titolo: una figura di Donna, dal carattere vagamente primitivo e totemico, si erge al centro della tela tratteggiata da linee, bianche e nere, spezzate; i colori esplosivi e furenti , stesi senza alcuna preoccupazione formalistica, contribuiscono a delineare la sinuosità delle forme anatomiche, completando la figura d’ insieme.
L’ artista costruisce l’ immagine quasi ispirandosi ai canoni dell’ antico Egitto e ne riprende alcune stilizzazioni: la testa, saldamente ancorata al corpo, ha le sembianze di una maschera egizia vista di profilo, il grande occhio e il busto sono posti in vista frontale come il resto della figura, nel cui interno viene ulteriormente ridisegnato un volto.
La creazione è completata da una serie di attributi iconografici (la luna, l’ occhio, la lampada …) collocati come segni, in un rebus, da “decodifidicare” all’ interno di una dimensione visionaria, a tratti fantastica, accentuata dalla “tavolozza” orchestrata sulla tela.,
Tonalità accese, colori complementari per un’ opera che si compone di simboli, rimandi e citazioni alte: Bernadette Paddeu attua una originale rivisitazione “cubo-espressionista” degli stilemi e delle tecniche del surrealismo con chiare influenze picassiane.
Lei, Robot
35×90
Acrilico su legno materiale elettrico di reimpiego
L’ opera raccontata dall’ artista:
–Lei , quella che per l’uomo sarà la donna ideale del futuro;quella che lo capirà, lo servirà, attenta ai suoi bisogni, sensibile quanto sensuale, sempre al proprio posto, annessa e connessa una bella voce suadente e rassicurante Insomma, tutto ciò che l’uomo desidera e ha desiderato da una vita.
Robot significa ” lavoro”(dal ceco robota), nel senso più umile del termine. Il modello della donna al servizio dell’uomo è un’idea millenaria.Retaggio ancora difficile da eliminare.-
L’ opera, dal chiaro titolo indicativo del contenuto, pone l’ accento su un “modello di Donna” utopicamente perfetto: da sempre desiderato, da sempre voluto dall’ uomo.
L’ artista obbliga lo spettatore ad un (auto)analisi, che sia uomo o donna, sul proprio “ruolo agente” nei confronti dell’ altro che porta ad una decostruzione/ricostruzione della figura della donna nel suo ruolo di “donna/moglie/madre” perfetta: Lei, robot
Circuiti e materiale di reimpiego elettronico si collocano sulla tela e vanno a comporre la fisionomia del corpo e del volto senza delineare tratti somatici ma l’ interno: non uno scheletro e organi ma circuiti e fili elettrici. Che tanto poi se si rompono si riparano.
Il colore steso sulla tela con grandi campiture, quasi a macchie casuali ma energiche dona luminosità alla composizione d’ insieme. Dona un’ aurea ad una donna robotica.
Curatore e testo critico
Ilaria Giacobbi